Sto leggendo Business Blog, uno dei testi sacri, per lo meno stando a uno dei miei blog guru. Il libro mi pare straordinario ma non è di questo che voglio parlare.
E’ che leggendo, mano a mano che familiarizzo con i portati rivoluzionari del web 2.0, mi è venuta un’idea e volevo sentire cosa ne pensate.
A Radio Popolare, che, per chi non è milanese o di area limitrafa, è una radio storica indipendente, esiste uno spazio, un paio di volte al giorno, che si chiama Microfono aperto.
Il principio è molto semplice: c’è un conduttore in studio e generalmente qualche autorevole ospite in collegamento telefonico. Il conduttore introduce l’argomento, gli ospiti danno un contributo dopodiché la linea è aperta agli ascoltatori. L’elemento differenziante rispetto alla norma è che gli ascoltatori intervengono in modo diretto, senza filtro, senza centralino, senza accreditamento.
Senz’altro non è una novità, e ci sono altri esempi di partecipazione diretta alla radio come la famosa storica segreteria telefonica di Radio Radicale; ma mi è venuto in mente che questa modalità di utilizzare il medium radiofonico possa avere delle analogie con il nostro web 2.0.
Mi riferisco per esempio alla condizione “senza rete” (questa forse è troppo sottile facendo una comparazione col web!); intendo dire l’esporsi da parte della radio e del conduttore e degli ospiti a commenti che possono essere positivi e negativi. L’accettare un contradditorio imprevisto. Riunanciare aprioristicamente a controllare lo sviluppo della conversazione. L’interazione continua che si crea tra i vari attori.
Senza dubbio c’è minore accessibilità alla discussione in radio che nella blogosfera: un post resta, una trasmissione si esaurisce in un tempo prescritto. L’accesso – lasciare il commento radiofonico – presuppone l’uso del telefono, prendere la linea. A volte il conduttore esercita anche un’attività di moderazione dettando i tempi etc.
Non so? Questo parallelo però mi piace, anche perché, se può in qualche modo stare in piedi, forse ci dimostra una volta in più che il medium è sì fondamentale – il blog, ma che la ricerca della conversazione e la partecipazione sono principi a monte e pratiche che si possono perseguire anche in altri modi.
Mi piacerebbe che qualcuno mi facesse sentire la sua opinione…